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12 maggio 2014 1 12 /05 /maggio /2014 14:14

 

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Nelle scorse settimane ho avuto l’occasione di trascorrere alcuni giorni in Marocco alla ricerca di serpenti.

La fauna del Marocco ha la particolarità di avere da una parte, delle influenze europee… la Spagna è vicinissima e millenni fa era attaccata al continente africano, dall’altra parte l’influenza del proprio continente è pure visibile. La desertificazione gli ha tagliato alcuni contatti col continente nero e le Colonne di Ercole lo separano dall’Europa.


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Gli ambienti sono stati, per certi versi, differenti da quello che mi aspettavo… non avrei pensato di farmi mangiare così tanto dalle zanzare. È chiaro che dove c’è acqua c’è vita… e se uno cerca serpenti, cerca in zone dove chiaramente questi rettili possono vivere e nutrirsi, per cui è logico che in un modo o nell’altro c’era dell’acqua. Il Marocco offre comunque una diversità ambientale notevole, si passa dal mare, ai fiumi, ai laghi, al deserto per poi raggiungere le cime innevate della catena montuosa dell’Atlante (alcune delle vette superano i 4000 metri).

 

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Da appassionato di vipere europee, il sogno nel cassetto era quello di poter osservare la Vipera monticola, piccola vipera endemica delle montagne dell’Atlante, che non supera i 40 cm di lunghezza.

Questo serpentello era classificato come sottospecie della Vipera latastei, tipica della penisola Iberica, fino alla metà degli anni ’80, prima di essere elevata a specie.

Abbiamo cercato questa vipera in un habitat situato attorno ai 2800 metri di quota, habitat roccioso e cosparso di arbusti/cespugli spinosi. La fortuna ha voluto che abbiamo potuto osservare un maschio e una femmina.

 

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Vipera monticola, femmina.

 

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Vipera monticola, maschio.


 

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Il Marocco è pure famoso per le sue Natrix maura… i loro colori sono spettacolari, passano dai grigi, agli esemplari più attraenti che sono aranciati. Fino ad ora avevo visto solo pochi esemplari svizzeri di questo colubro, esemplari piuttosto anonimi nella colorazione. Visti quelli marocchini, ammetto che ho capito perché il nome popolare di questo serpente è Natrice viperina! Il suo comportamento e la sua livrea possono veramente portare a confusione.

 

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Facessimo astrazione all'ambiente e alla latitudine, guardando velocemente questa ultima foto non potremmo scambiarla per una vipera? 

 

 

 

Uno dei serpenti più comuni in Marocco è il Colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis). Questo serpente dal carattere battagliero ha un’eleganza notevole ed è un altro di questi rappresentanti presente pure sul nostro continente.

 

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Perlustrando una zona desertica, nella vana ricerca di vipere del deserto, ci siamo imbattuti in un Psammophis schokari. Il suolo colore era perfettamente adatto a passare inosservato nei cespugli disseminati nella zona. Se i ricordi non mi tradiscono…ho avuto modi di incontrare questo serpente da bambino durante delle vacanze in Tunisia. In una specie di zoo un tizio me ne aveva messi attorno al collo una decina.

 

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Abbiamo potuto osservare anche un serpente molto bello ed elegante … forse un Hemorrhois?

 

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Il tempo mi manca terribilmente per poter dare un nome veramente corretto, e onestamente pure i mezzi e le conoscenze per certi versi sono un po’ lacunosi…per cui mi limito a dire che probabilmente questo serpentello (che mi ricordava un po’ una coronella con testa nera) è un Macroprotodon…non mi sbilancerei oltre per il momento!

 

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Sono stato molto felice di poter vedere dal vivo uno Spalerosophis, probabilmente Spalerosophis dolichospilus. Gli Spalerosophis hanno una vasta area di distribuzione e sono divisi in varie specie. I loro motivi (specialmente quelli della testa) sono a volte simili alle livree delle vipere presenti nel loro areale, per cui é probabilmente una forma di mimetismo...si fanno passare per pi?u pericolosi di quel che non sono realmente. Questo serpente mi ha sempre affascinato e sono stato sorpreso dell'indole docile dello splendido esemplare trovato.

 

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Le nostre ricerche sono state mirate, diverse volte, alla ricerca di cobra, di Daboia mauritanica e di Bitis arietans… senza grande successo, tranne spiacevoli incontri di diversi esemplari morti sulle strade.

 

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Questa giovane Bitis agonizzava sulla strada, la parte posteriore del corpo schiacciata da una bicicletta o una moto. Mentre la analizzavamo per capire quante probabilità di sopravvivenza avesse, in un disperato gesto, forse dettato da muovimenti convulsi e inconsci, mordeva il gancio che avevamo usato per spostarla dalla strada, mostrandoci la sua potente dentatura.

 

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Oltre ai serpenti abbiamo avuto l’occasione di ammirare parecchie lucertole, tartarughe, anfibi, ragni, scorpioni e altro, che ora vi metto in modo un po’ caotico.

 

La parte dei giganti l'hanno avuta sicuramente gli scorpioni...ecco alcuni di quelli che ho potuto vedere. Le classificazioni sono un vero incubo per me! Questi potrebbero essere dei Buthus.

 

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Il prossimo, ha appena fatto la muta, sfruttando l'umidità accumulta sotto ad un sasso.

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Il prossimo dovrebbe essere Androctonus mauretanicus 

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Questi magari Hottentota franzwerneri 

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Quest'ultimo (Scorpio mogadorensis ??) deve essere uno dei meno velenosi vista la mole delle sue chele massiccie e dal fatto che é stato l'unico a proteggere la testa invece che colpire col pungiglione in caso di molestia.

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Questo piccolo essere agghiacciante per aspetto é un Solifugae.

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Alcuni insetti:

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Acrida


 

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Scarabeo sacro per gli Egizi (Scarabaeus sacer).

 


 

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Questo non é un insetto!


 

 

E poi qualche ragno che proverò a classificare appena ne avrò tempo!

 

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Hogna maroccana


 

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Eusparassus dufouri

 

 

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Ischnocolus sp.

 


 

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Argiope


 

Gli anfibi:

 

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Bufotes boulengeri (?)

 

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Hyla meridionalis

 

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Alcune rane.

 

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I sauri avvistati:

 

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Tarentola

 


 

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Eumeces algerinensis

 

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Chalcides


 

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Stenodactylus mauritanicus (?)

 

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Agama impalearis

 

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Stenodactylus mauritanicus

 

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Saurodactylus

 

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Alcuni esemplare di Tarentola chazaliae, dal mimetismo spettacolare!

 

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Splendidi Uromastyx

 

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Esemplare govane

 

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Magnifico adulto

 

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Un paio di simpatici Chamaeleo chamaeleon:

 

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Vari fiori:

 

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Testudo graeca

 

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Mauremys leprosa

 

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Dopo varie ore passate a percorrere strade desertiche, aver visto miraggi materializzati da un lago di sale, ho potuto vedere questo mitico animale...ero rassicurato di vederlo anche in foto al mio rientro...segno che non avevo il cervello totalmente sfasato!

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La volpe!

Forse con la risoluzione del blog non si vede.

 

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Un nido d'uccello...che faceva sperare di poter incontrare un Dasypeltis, serpente mangiator di uova!

 

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Ringrazio i miei compagni di viaggio, Konrad Mebert, Marco Sassoe e Johan De Smedt, con cui ho passato veramente dei bei momenti e con cui ho fatto un sacco di risate!

 


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Ora metto una carellata di paesaggi e foto sparse.

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Il duro lavoro di identificazione degli animali e smistamento delle foto mi ha mandato in confusione, per cui troverete alcuni errori... abbiate pazienza, appena avrò raccolto informazioni, ricevuto correzioni e suggerimenti, modificherò le determinazioni dei vari animali fotografati. Intanto vi posso consigliare di buttare un occhio al seguente sito: http://www.moroccoherps.com/

 

Grazie per la pazienza e spero che avete apprezzato questa valanga di immagini... e che non vi siate annoiati a morte come questo povero asinello!

 

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Copyright © Grégoire Meier 2014. Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto.  


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17 marzo 2014 1 17 /03 /marzo /2014 15:20

Tra le osservazioni che preferisco, ci sono queste, le osservazioni primaverili.

Appena il tempo migliora e le giornate si scaldano, perlustro qualche habitat che mi pare ideale… spesso sono passeggiate prive di incontri coi serpenti, ma è gradevole osservare la natura riavviarsi, vedere una farfalla, un fiore, una gemma, una lucertola, sentire gli uccellini cantare e le ghiandaie schiamazzare!

 

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Polygonia c-album

 

 

L’occhio deve riabituarsi a scorgere il serpente mimetizzato nel suo ambiente, magari pure sporco della terra presente nel suo nascondiglio invernale.

Le prime volte le felci secche, i rametti che proiettano la loro ombra tra le foglie e altri piccoli dettagli mi fanno sussultare il cuore credendo di vedere una vipera…poi aguzzo lo sguardo e mi arrendo all’evidenza…oggi niente serpenti!

Le giornate spese così sono diverse, finché un giorno ecco che l’occhio cade su di una sagoma “anomala”, presenza invisibile ma fuori posto in mezzo alla vegetazione secca. La prima vipera dell’anno è emozionante, per certi versi è rassicurante. Mi rendo conto che il ciclo riprende, come è sempre ripreso, e soprattutto, la cosa che rassicura maggiormente dopo varie giornate passate a cercare vipere, senza successo, è che mi dico: -ok, sei ancora capace di scorgere questi serpenti!

 

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Il bello di questi primi incontri è anche il fatto che se ci si avvicina con cautela alle vipere, esse non scappano, ancora un po’ intorpidite, per non dire rimbambite, dal lungo periodo passato al freddo. Più di una volta mi son seduto a fumare una sigaretta a pochi centimetri da una vipera placidamente incollata al suolo per immagazzinare il massimo del calore che viene a crearsi nel microclima che la bestiola ha scelto.

 

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Maschio di Vipera aspis francisciredi

 


Solitamente i maschi sono i primi a volersi scaldare. La natura li ha fatti probabilmente più “svegli” delle femmine…in modo che quando queste ultime decidono di uscire allo scoperto, i maschi sono già caldi e pronti per gli accoppiamenti, mentre le femmine intorpidite, sono meno propense a fuggire per evitare i continui corteggiamenti maschili.

 

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Maschio, in basso a sinistra, che corteggia una femmina la cui testa é visibile in alto a destra.

 

 

 

Non siate sorpresi se anche in rete trovate diverse fotografie di serpenti, soprattutto vipere, in periodi dell’anno ancora freschi, tipo febbraio. Alcune zone offrono dei microclima particolari, in cui le temperature sono nettamente più alte che nel resto del territorio. Può darsi benissimo che in un determinato ambiente girino serpenti mentre a poche centinaia di metri sia quasi ancora inverno inoltrato. Le quote influenzano notevolmente anche questa cosa.

 

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Personalmente le osservazioni primaverili le faccio sempre nel medesimo “spot” che ormai frequento da diversi anni. Esploro anche altri ambienti, ma decisamente fin che le vipere non sono attive in quel che ormai considero lo spot primaverile, ho poche speranze di vederne altrove. Questo ben inteso parlando di Vipera aspis francisciredi; potrebbe darsi che la sottospecie Vipera aspis atra sia meno sensibile alle temperature fresche e allo sbalzo termico giorno/notte che c’è all’inizio della primavera. Sono cose che spero di riuscire a verificare nei prossimi anni…tempo permettendo!

 

Vi lascio coi pochi scatti che ho da proporvi.

 

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Il primo esemplare visto, un maschio di Vipera aspis francisciredi il 6 marzo.

 

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Qualche tipico fiore primaverile.

 

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Rana temporaria mimetizzata sul fondo di una piccola pozza.

 

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Purtroppo alcune rane scelgono posti sbagliati per deporre le uova.


 

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In questa foto sembrerebbe che la vipera sia sola,ma nella seguente, osservando attentamente vedrete che é un maschio assieme ad una femmina.

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Polygonia c-album, una delle mie farfalle preferite!


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Questa non é una Polygonia c-album... si sarà strappata le ali per assomigliarci?


 

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La neve non si é ancora sciolta che le rane sono prese dalla frenesia riproduttiva.

 

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Una femmina di Rana temporaria alle prese con diversi maschi frenetici. Purtroppo la foga dei maschi porta spesso alla morte, per annegamento, della povera femmina.

La foto immobile non da giustizia alla frenesia dell'istante.

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Lacerta bilineata

 



 

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Vipera femmina.

 

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La medesima vipera della foto precedente con una lucertola a pocha distanza.

 

 

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Veramente difficile da vedere, ma in questa foto vi sono tre vipere, due relativamente visibili, una molto meno da questa prospettiva.

 

 

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Maschio di Vipera aspis francisciredi, probabilmente vecchio di un paio d'anni.

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A volte si intravvede poco... e termino riproponendo quest'immagine, vista sopra, di una vipera che sembra affacciasi dalla finestra.

 

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25 febbraio 2014 2 25 /02 /febbraio /2014 11:09

 

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La vipera raddei (Montivipera raddei) prende il nome dal naturalista prussiano, deceduto nel 1903 a Tifilis in Georgia, Gustav Radde, che ne consegnò alcuni esemplari allo zoologo Böttger.

Questa robusta vipera, i cui maschi possono sfiorare il metro di lunghezza, mentre le femmine restano sugli 80 centimetri, vive nell’est della Turchia, nordovest dell’Iran, Azerbaijan e Armenia. Forse delle indagini naturalistiche nei travagliati territori circostanti, potrebbero estenderne la ripartizione.

L’habitat di questo serpente é montano, situato anche ad una quota che supera i 2000 metri sopra il livello del mare.

 

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L’indole di questa vipera é mite, ma se disturbata sa farsi valere, soffiando rumorosamente per scoraggiare il predatore, prima di mordere per difendersi. Resta comunque un serpente piuttosto caratteriale.

 

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Una particolarità che mi affascina parecchio in questo serpente, sono le squame sopraoculari, che gli conferiscono uno sguardo, a volte severo, e a volte quasi buffo. Il motivo dorsale è anche molto bello, avendo delle pronunciate macchie marroni contrastanti col fondo grigio, o nero di alcuni individui.

 

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Perché vi parlo di questa vipere che vive ben lontano dal Ticino?

 

In primo luogo perché fa parte di un gruppo di vipere che mi affascina da sempre, il gruppo Montivipera, di cui ho la fortuna di poter allevare alcune specie, tra cui la Montivipera raddei.

 

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In un secondo tempo perché recentemente ho arricchito la mia collezione di oggetti legati al serpente. In questo caso si tratta di una moneta commemorativa coniata in Armenia per sottolineare un programma di protezione della natura nelle zone del Caucaso.

 

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Fortunatamente la vipera raddei è stata inclusa nella lista degli animali protetti e tutelati.

La cattura di animali da rivendere al mercato collezionistico, la persecuzione da parte di agricoltori e pastori che preferiscono eliminare un serpente potenzialmente pericoloso per loro e i loro animali da reddito, e soprattutto la distruzione dell’habitat di questo serpente, minacciano la sua sopravvivenza a lungo termine.

 

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Fa piacere vedere una presa di coscienza, vedere che anche un animale che non sia uno scoiattolino carino o un uccellino simpatico venga preso come uno degli emblemi di un programma protezionistico. Stiamo finalmente arrivando ad una presa di coscienza importante, in cui non si tutela unicamente l’animale piacevole, ma si tutela l’intero equilibrio, equilibrio possibile unicamente grazie alla presenza di tutti gli abitanti dell’habitat preso in esame.

Nel caso della vipera raddei, è stato fatto un lavoro di campo importantissimo, eseguito da enti locali in collaborazione con associazioni statunitensi appoggiate da un importante giardino zoologico.

 

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Sarebbe bello che anche nei nostri territori ticinesi si prendesse maggiormente coscienza dell’importanza della fauna “antipatica”. Che i vigneti del Mendrisiotto (tanto per fare un esempio lampane di habitat diventati ormai ostili a vipere e serpenti) venissero arredati con parcelle idonee alla vita di vipere. Con i dovuti accorgimenti, una convivenza pacifica è possibile, arricchirebbe la biodiversità e il valore naturalistico del nostro territorio.

 

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23 dicembre 2013 1 23 /12 /dicembre /2013 16:24

Spero che i frequentatori del mio blog abbiano sempre percepito che i protagonisti di questo sito sono i serpenti (in primo luogo) e la natura in generale. Chiaro, queste righe non si materializzano spontaneamente dal nulla, è anche vero che in qualche articolo sono apparsi amici e conoscenti, e pure il sottoscritto, ma il vero protagonista e l’unico motore di questo blog è il serpente.

Dopo queste belle premesse devo ammettere che quest’anno è stato un anno piuttosto "mediatico". Malgrado la mia indole piuttosto riservata e schiva ho contribuito ad alcuni articoli di giornale e trasmissioni radiofoniche. Logicamente questi interventi, non puramente scientifici ma diretti al grande pubblico, danno un certo risalto alla persona. Mi sono prestato volentieri a questi interventi poiché lo scopo primario è di divulgazione e sensibilizzazione, per cui ben venga che sia messa in gioco la figura di una persona per affrontare e parlare della “questione serpente”.

Ringrazio ancora qui i giornalisti che hanno scrupolosamente operato in questo senso.

 

Un'altra parte di cui sono piuttosto orgoglioso sono i due documenti scientifici a cui ho potuto collaborare, il primo che riguarda la segnalazione di Dolichopoda geniculata in Svizzera, il secondo in cui si documenta l’osservazione di un esemplare di Vipera aspis hugyi melanotico.

 

Questo anno mediatico ha rinforzato la mia opinione sul fatto che poco importa se hai una formazione scientifica, se sei un appassionato, se sei un terrariofilo, se sei un ricercatore e via dicendo. Credo che tutti coloro che “gravitano” attorno al “mondo dei serpenti” in fondo contribuiscano alla loro conoscenza e quindi al loro rispetto. Trovo patetico, spregevole e veramente peccato che nelle varie “piccole comunità virtuali”, tra appassionati ci sia competizione e un conseguente disprezzo per i punti di vista altrui. Disprezzo che sfocia spesso in conflitti, in denigrazione e in cattiveria. Se lo scienziato collaborasse con l’allevatore e con il semplice appassionato che osserva animali in natura si raccoglierebbero più risultati che non se ognuno di queste frange combatte le altre. Un allevatore può anche essere un ottimo osservatore rispettoso…uno non impedisce l’altro.

La fotografia digitale e i vari forum (ormai decimati dalle comunità dei socialnetwork) hanno poi incrementato il numero di nuovi appassionati, che stufi (o semplicemente per aumentare stupidamente la propria autostima) di fotografare soggetti più "banali", si avvicinano alla fotografia dei rettili. Ben vengano, anche loro contribuiscono alla divulgazione! Francamente non trovo nulla di più valorizzante nel fotografare un serpente piuttosto che un fiore. Ognuno dovrebbe seguire la propria passione. Ho visto foto di zecche immortalate di chi è appassionato di questi animali. Queste foto, fatte col cuore, mi hanno fatto amare e ammirare la zecca (per poco tempo e solo in foto!!!).

 

Chi oggi condanna i serpari degli anni ‘60 che guadagnavano da vivere tagliando teste di vipere, spara anche su chi 15 anni fa agiva in un determinato modo, spara su chi “mette in posa” un serpente per fotografarne i dettagli, seguendo la nuova tendenza della foto “in situ”, cioè la foto del serpente immortalato nel suo ambiente senza essere messo in posa. Foto molto interessanti, foto di osservazione che mi diletto pure io a scattare, ma che difficilmente valorizzano il serpente in tutto il suo splendore. Anche qui sono due approcci diversi e sono due approcci compatibili e non antagonisti.

Mi sto già disperdendo… in pratica non dimentichiamoci che ancora agli inizi del XX° secolo si portavano a casa dei trofei “guadagnati” a fucilate, mentre oggi la gente porta a casa trofei fotografici. Per fortuna i tempi sono cambiati, ma purtroppo non le mentalità. Il fotografo-trofeista vuole portare a casa la foto della Natrix più grande, l'immagine del maggior numero di specie, e questo a discapito della vera passione.

 

Le mie foto, i serpenti che allevo, le mie osservazioni non sono trofei, sono il frutto si una passione irrefrenabile e di alcune ore di evasione mentale che amo condividere, con la speranza che la condivisione porti al rispetto del serpente e della natura.

Tutto il resto…è fluido cloacale materializzato da cervelli atrofizzati e avidi di accrescere il proprio ego.

 

Auguro a tutti un felice nuovo anno e vi lascio, per chi ne è interessato, le immagini dei due documenti a cui ho contribuito.

(Vedo che on-line non sono leggibili, a chi lo volesse, posso mandare un PDF.)



      La nota apparsa su: Herpetological Review 44(4), 2013

1492482 183274685203967 1849883649 o


 

Qui di seguito il documento apparso su: Bollettino della Società ticinese di scienze naturali-101, 2013    

 

 

Dolichopoda 1:4 1

 

Dolichopoda 2:4

 

Dolichopoda 3:4

 

Dolichopoda 4:4

 

 

Copyright © Grégoire Meier 2013 . Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto. 

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2 dicembre 2013 1 02 /12 /dicembre /2013 09:55

Decisamente…l’inverno è arrivato!

 

Malgrado le temperature decisamente fredde, i serpenti ci riservano sorprese. Il 27 novembre, nel pomeriggio, ho fatto due passi in un habitat in cui ho potuto osservar che diversi serpenti si spostano in una precisa zona, per passare l’inverno. Probabilmente quel punto offre i necessari rifugi e delle temperature ideali per sopravvivere all’inverno. C’è anche da dire che tale zona, in primavera, viene toccata dal sole per molto più tempo che non il resto dell’habitat.

Ma torniamo alla fine di novembre… le temperature notturne sono vicine allo 0°C, di giorno, malgrado il sole, l’aria è fredda, ma passando la mano nell’erba o sulle pietre esposte al sole noto che il substrato è tiepido.

Il mio intento era di osservare qualche Podarcis muralis. Queste lucertole sanno approfittare di ogni minimo istante di tepore, e difatti non è raro scorgerle anche in pieno inverno nelle giornate tiepide.

Con mio stupore ho invece osservato un piccolo di Biacco (Hierophis viridiflavus) placato sulla pietra di un vecchio muretto a secco!

Il piccolo serpente, nato probabilmente in settembre di quest’anno, mi ha permesso di fare un paio di foto col telefono (non ero attrezzato) prima di rifugiarsi tra i sassi.

 

2

 

 

 

Con questo post vi presento pure alcune foto d’archivio che ho ideato per mostrare quanto a volte gli animali possano sfuggire ad uno sguardo veloce.

Come avrete notato sono piuttosto negato nel lavoro di post-produzione delle foto, ma spero che apprezzerete quest’idea.

 

15.3.12

Vipera aspis francisciredi

 

 

2 09 10

Femmine di Vipera aspis francisciredi.

 

21 03 2013

Vipera aspis francisciredi.

 

 

effetto-lente 3006 copia

Vipera aspis francisciredi.

 

 

effetto-lente 2878 copia

Vipera aspis francisciredi.

 

effetto-lente 5692 copia 2

Salamandra salamandra.

 

 


 

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